L’architecture funéraire : tradition culturelle ou revendication identitaire ? Réflexions sur l’Étrurie et Rome
Marco Arizza

, par Jean-Michel Colas

Mercredi 18 avril 2018 à 18h00, salle de Séminaire du Centre d’Études Anciennes (RDC, couloir AB), École normale supérieure, 45, rue d’Ulm, 75005 Paris.
Conférence dans le cadre du séminaire « Archéologies et sociétés de l’Italie antique et médiévale »


La scelta del tipo di sepoltura da adottare è il risultato di delicati meccanismi che coinvolgono elementi della tradizione culturale del defunto e volontà autorappresentative del nucleo di appartenenza. Lo studio dell’architettura funeraria consente talvolta di isolare alcuni di questi elementi, permettendo quindi di cogliere il messaggio ideologico sotteso al monumento. _ Il seminario intende approfondire un modello epistemologico di indagine a cavallo tra l’analisi archeologico-topografica e la ricerca antropologico-sociale, attraverso alcuni esempi di ambito etrusco e romano. _ Ad esempio è possibile analizzare in modo comparativo i grandi tumuli Orientalizzanti, diffusi su tutto il territorio Etrusco e le tombe veienti “a vestibolo” di età arcaica : i primi sono l’espressione della volontà di “demarcazione” del paesaggio da parte delle famiglie aristocratiche ; le seconde sono strutture esclusive di un determinato territorio e quindi sintomo di rivendicazione di appartenenza ad una tradizione locale. Allo stesso modo si possono mettere a confronto i monumenti funerari “a tempietto”, come ad esempio quello di Marco Nonio Macrino, senatore del II secolo d.C. a Roma e ispiratore delle vicende cinematografiche del leggendario Gladiatore, e le più semplici “cupae” : piccoli monumenti prediletti dalle comunità militari e dai liberti di età medio e tardo imperiale. 

Séminaire 18 avril 2018

Responsables : Sara Nardi-Combescure & Grégoire Poccardi